Il sito di informazione, cronaca e cultura di San Colombano, Bassa lodigiana e P

Nuovi strumenti per l’accessibilità museale:

Raccontare la storia con la Comunicazione Aumentativa Alternativa

 

Trasmettere la complessità del patrimonio culturale alle persone con fragilità linguistiche e cognitive è obiettivo necessario ma non banale. Con questa finalità la Direzione regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura), diretta da Emanuela Daffra, con la collaborazione scientifica dell’Associazione Storia Buffa ETS, il supporto del Lions Club “Le Mura” di Bergamo e il Patrocinio del Comune di Bergamo, ha dato vita al progetto “Mi leggo la storia”.

 

A essere proposti sono brevi racconti realizzati seguendo i principi della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), un insieme di strategie, conoscenze e tecniche per potenziare il linguaggio verbale. Gli elaborati, sotto forma di schede pdf, sono gratuiti e promuovono la fruizione del patrimonio culturale dei territori di Bergamo e Brescia.

Il progetto propone, nel linguaggio cosiddetto “facilitatore”, il racconto di otto luoghi prevalentemente all’aperto tra cui due siti Unesco.

Per Bergamo sono stati presi in esame: il Campanone, la Fontana Contarini, le Mura, Porta San Giacomo, la Pala di Lorenzo Lotto in San Bartolomeo, la Meridiana, il Monumento a Gaetano Donizetti di Francesco Jerace e il Monumento al Partigiano di Giacomo Manzù.

Per territorio bresciano è stato invece individuato il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, a Capo di Ponte, uno dei parchi e musei gestiti dalla Direzione regionale Musei Lombardia. Istituito nel 1955, il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri fu il primo parco archeologico e sito italiano riconosciuto dall’Unesco nel 1979 come patrimonio mondiale dell’umanità. Qui sono conservate 104 rocce con alcune delle raffigurazioni più note del repertorio d’arte rupestre della Valle Camonica. Per il progetto “Mi leggo la storia” sono state individuate 8 incisioni, conservate sulle rocce 1, 23, 32, 35, 50 e 99.

 

Il progetto è rivolto a persone con fragilità comunicative, linguistiche e cognitive, ed è stato accompagnato dalla formazione di docenti, educatori, educatrici e guide sia a Bergamo sia a Capo di Ponte.

 

I racconti con le descrizioni, complete e pensate per consentire una facile comprensione, sono a cura della Direzione regionale Musei Lombardia (testi di Giovanna Brambilla con la collaborazione scientifica di Maria Giuseppina Ruggiero), mentre la traduzione in simboli, secondo i criteri del modello Inbook propri della CAA, è a cura dell’Associazione Storia Buffa (Marina Dal Pont con la supervisione di Antonio Bianchi).

 

Questi testi sono messi a disposizione di chi lo desidera sul sito di Visit Bergamo, sul portale della Direzione regionale Musei Lombardia e sul sito dell’Associazione Storia Buffa ETS e consentono un incremento dell’accessibilità ai siti e alle opere in nome dei diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e della Convenzione di Faro. Quest’ultima infatti ribadisce il diritto inalienabile degli individui a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, godendo delle arti e partecipando ai benefici che ne derivano.

 

Chiunque, previa semplice registrazione, può fare richiesta delle schede gratuitamente a questo link:

https://tinyurl.com/4u4ztztn

 

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 – afferma Marcella Messina, Assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo – in cui la cultura come cura è uno degli asset tematici più importanti, questo progetto rappresenta un’esperienza di welfare culturale capace di promuovere l’inclusione attraverso l’accessibilità alla conoscenza del patrimonio storico artistico delle due città capitali. Ma non solo. L’iniziativa aiuta tutti ad essere comunità proattiva rispetto alle persone con disabilità che rivendicano il desiderio – e direi anche il diritto – di essere protagonisti a pieno titolo della Bellezza che ci circonda, intesa in senso ampio. Credo infatti che la cultura abbia un ruolo fondamentale nei processi sociali di conoscenza, comprensione, integrazione e cura a cui è necessario partecipino tutti, gli addetti ai lavori, le persone con fragilità ma soprattutto i cittadini che chiamiamo ad un coinvolgimento attivo e numeroso in questo percorso comunitario perché diventi davvero inclusivo e quindi rigenerativo.