Il sito di informazione, cronaca e cultura di San Colombano, Bassa lodigiana e Pavese

8 novembre 2013

Incontro con la dottoressa Miriam Alcalay dell'Airc e col dottor Giuseppe Montanari della Asl di Lodi

Nuove sfide ed opportunità per combattere i tumori

La Prof.ssa Miriam Alcalay ci ha condotto lungo l’affascinante percorso della rivoluzione genomica, evento che ha permesso l’intero sequenziamento del DNA umano  e di disporre così di miriadi di informazioni sulla funzionalità genica. Questi progressi sono stati possibili grazie all’avvento di tecniche sperimentali di sequenziamento nucleotidico e, soprattutto, di tecniche bioinformatiche evolute, che hanno permesso di acquisire rapidamente migliaia di migliardi di informazioni. La rivoluzione in corso è tale che l’affinamento di queste tecniche ha permesso di ridurre i tempi di acquisizione dei dati da anni a giorni e, in un futuro prossimo, a ore, il tutto abbattendo nel contempo i costi, rendendo così potenzialmente fruibile il sequenziamento genico ad ogni singolo individuo. La Professoressa ha, poi, molto bene esemplificato come questi progressi scientifici aprano nuove opportunità in ambito oncologico. Si è, ad esempio, compreso come le cellule tumorali, così eterogenee nelle loro mutazioni, derivino tutte da una mutazione comune, così a patto di non individuare la mutazione progenitrice che accomuna tutte le cellule come bersaglio farmacologico molecolare, si complica l’utilizzo di terapie molecolari mirate ad un singolo target. Questa rivoluzione ci suggerisce di utilizzare terapie mirate a colpire funzionalità cellulari e non bersagli singoli, per evitare il rischio di recidive.

La Dott.ssa Miriam Alcalay ci ha fatto, quindi, intravedere a quali possibilità e implicazioni conduca lo ‘’sguardo molecolare’’, che non per forza semplifica le cose, ma certo le chiarisce e apparta nuova linfa alla conoscenza. Ovviamente questi temi aprono anche molti interrogativi in ambito etico che meriterebbero di essere seriemente approfonditi.

Il dr. Montanari ci ha introdotti nelle nuove sfide sul carcinoma mammario: la Regione Lombardia nella seduta del 21-02-2013 ha riconosciuto che il trattamento multidipliscinare nella cura dei tumori riduce del 20% la mortalità. Anche la risoluzione Europea del 5-6-2003 prevede la lotta al tumore al seno come priorità della  politica sanitaria degli Stati membri. Nel 2006 il Parlamento Europeo invita gli Stati membri a formare BREAST UNITS, cioè unità di senologia multidipliscinari con centri ad hoc per la lotta contro i tumori della mammella. Pertanto conferisce il titolo di breast units ai centri che si distinguono per l’alta specializzazione del team medico ed infermieristico e di concentrare in pochi centri specializzati tutti i casi di tumore. Dal 1° gennaio 2016 questi tumori saranno trattati in Unità in grado di gestire tutte le fasi della malattia. La Regione invita i centri a ridurre l’utilizzo dei centri di senologia che non superano la soglia dei 150 casi trattati.

I requisiti di una Breast unit sono:

  • chirurgo senologo (almeno 2)
  • radiologo (almeno 2)
  • oncologo medico (almeno 1)
  • patologo (almeno 1)
  • radioterapista, medico nucleare, chirurgo plastico
  • infermiere (almeno 2)
  • direttore responsabile del coordinamento dell’unità
  • protocolli scritti per la diagnosi, trattamento patologia e il follow up
  • un data base con provenienza paziente, diagnosi, patologia, trattamento, risultati.

Organizzare incontri multidisciplinari dove tutti i membri dovrebbero partecipare agli incontri.

Gli altri requisiti delle breast unit sono: un ambiente adeguato, comunicazione al paziente prima possibile (5gg),trattamento entro 4 settimane dalla diagnosi, un’infermiera di supporto psicologico, un’informazione dettagliata al paziente.

Il dr. Montanari ha poi introdotto i temi della prevenzione primaria (età, stile di vita, fattori genetici. etc.) e quelli della prevenzione secondaria (eco, mammografia bilaterale, etc.)

In caso di positività della biopsia la paziente conosce la data del prericovero, una relazione al medico di famiglia, una nota informativa sull’intervento chirurgico, un numero telefonico per ogni eventuale necessità.

Potrà seguire, se necessario, chemioterapia, terapia ormonale, controlli per almeno 5 anni.

Pubblico attento e partecipe, la serata è stata organizzata dall’Associazione ricerca sul cancro, dalle Acli, patrocinata dal comune di San Colombano.

 

Paola Rota, Maria Luisa Lunghi