PAROLA ALLA COMUNITA’ SCIENTIFICA
Fazzini
–Università Camerino e Ferrara: “Nella stagione invernale 2016 – 2017,
sui rilievi nazionali è mediamente caduto il 60 per cento di neve in meno.
Avremo sempre meno acqua e di peggiore qualità. In Italia preoccupante il
fenomeno di ingressione del cuneo salino, meno acqua dolce. Zero termico a 3600
metri. Puglia, Sicilia e Sardegna devono mettere in campo processi di
desalinizzazione utilizzando così l’acqua del mare. I comuni del Centro Nord
hanno elaborato Piani di Adattamento ai Cambiamenti, mentre al Sud è
tutto fermo. Giorni siccitosi aumentati del 15 per cento. Avremo eventi sempre
più irregolari ”. “Negli
ultimi 30 anni abbiamo assistito, in Italia, ad un aumento della temperatura
media di circa 1.1°C ma nell’ultima estate abbiamo registrato un’ulteriore
“impennata” di oltre 2 gradi rispetto alla media climatica del periodo di
riferimento 1971 - 2000. Se questo segnale non dovesse essere un’eccezionalità
ma confermarsi tale, significherebbe che potremmo essere dinanzi ad un’
ulteriore accelerazione del riscaldamento
globale del pianeta. Sempre durante l’ultima stagione estiva, la
temperatura del mare, in Italia, ha raggiunto valori di oltre tre gradi
rispetto alle medie dell’ultimo ventennio. Ci dobbiamo abituare ad estati con
ondate di calore intense e prolungate di origine subtropicale
continentali e quadri termometrici che oggi appaiono come eccezionali tra
circa 20 anni rappresenteranno la normalità, con un cambiamento radicale del
nostro stile di vita. Cambieranno ad esempio le stagioni turistiche ed
agricole. Durante le future estati, con ogni probabilità avremo sempre meno
acqua a disposizione e di questo dovremo essere consapevoli perché dal momento
in cui l’ acqua da fusione delle nevi sarà meno abbondante e si infiltrerà meno
nelle falde acquifere più superficiali e le precipitazioni piovose saranno
sempre più intense e meno persistenti, la risorsa idrica sarà
evidentemente meno abbondante e di qualità organolettiche peggiori. Già adesso,
in molte aree pianeggianti prossime alle coste, specialmente nella pianura
veneta ed emiliana, nella Capitanata pugliese e nel Campidano sardo, stiamo
assistendo al fenomeno di ingressione del cuneo salino che porterà ad una
minore disponibilità di acqua per l’irrigazione delle aree adibite ad uso
agricolo con ovvie ripercussioni sulla loro produttività”. E’
l’allarme lanciato dal climatologo Massimiliano
Fazzini, Docente dell’Università di Camerino e Ferrara,
ricercatore, importante studioso di tali fenomeni ed esponente
dell’Associazione Nazionale dei Geomorfologi Italiani. Fazzini sta
conducendo da due decenni importanti studi al riguardo. “Dobbiamo
iniziare a non sprecare l’acqua quando ci laviamo. In Sicilia, Sardegna e
Puglia dove non si ha la fortuna di disporre di importanti acquiferi fossili,
si dovrà rapidamente valutare la possibilità di desalinizzare la risorsa idrica
proveniente dal mare. Considerando
i modelli climatici futuri, problemi di tale portata per il Centro Italia non
dovrebbero esserci - ha proseguito Fazzini - perché eventi come quello
del Lago di Bracciano son a mio personale avviso, puramente
eccezionali. Evidentemente, però, si dovrebbe valutare la possibilità di
costruire nuovi invasi montani. Al Nord il problema è complessivamente meno
preoccupante ma con l’evidenza relativa alla probabile ulteriore irregolarità
delle precipitazioni (con un evidente aumento dei periodi siccitosi in estate
ed il perentorio ritiro degli apparati glaciali) diverrà anche qui
preoccupante. Si
dovranno poi combattere tutti gli emungimenti abusivi dell’acqua in ambito
agricolo ed industriale”. I comuni
del Centro Nord iniziano a progettare i Piani di adattamento ai Cambiamenti
Climatici – Tutto fermo al Sud “L’Italia
si sta dimostrando uno Stato moderno in quanto è stata approvata la Strategia
Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Molti comuni del Centro Nord
stanno procedendo tramite finanziamenti derivanti da progetti europei
alla stesura dei piani alla scala locale (es LIFE SEC ADAPT) – ha
continuato Fazzini -
che conterranno soluzioni per la mitigazione e l’adattamento al
cambiamento climatico in atto ma anche campagne di educazione ambientale contro
lo spreco della risorsa idrica, il razionamento dell’acqua ma anche interventi
strutturali ed infrastrutturali. Ad esempio, tra le varie iniziative previste
nel piano Blue Ap, la città Bologna ha già previsto di ridurre d’estate la
risorsa idrica pro capite da 145 a 110 litri di acqua al
giorno. Purtroppo
mentre il centro - nord si muove il Sud è quasi totalmente fermo. Nessun comune
del Sud ha elaborato un Piano di Adattamento ai Cambiamenti climatici” e solo
alcune realtà delle regioni Abruzzo e Puglia hanno iniziato ad associarsi per
dare inizio a queste procedure”. Italia
senza neve - Zero termico a 3600 metri- permafrost si scioglie – già
prime frane. Il 70 Per Cento in meno di Neve – Niente precipitazioni
primaverili. “Nella
stagione invernale 2016 - 2017, le precipitazioni nevose si sono
mediamente ridotte del 50 al 70 per cento. Possiamo dire che in
sostanza in Italia è davvero nevicato poco, ad eccezione delle Alpi nord
- occidentali e che tali precipitazioni si sono concentrate in pochissimi
episodi. Sono inoltre mancate le importanti nevicate primaverili.
Durante l’estate meteorologica appena terminata, la quota media dello
zero termico si è attestata intorno ai 3600 metri contro i 2900 metri tipici
dell’ultimo trentennio. Entro 30 anni è poi molto probabile che i piccoli
ghiacciai alpini di circo che rappresentano ben l’80 per cento dei nostri
ghiacciai scompariranno del tutto. Il
sistema morfoclimatico glaciale ha risentito e sta tuttora risentendo -
ha continuato Massimiliano Fazzini - di
tale persistente anomalia termo - meteorica, tanto è che si è trattato
dell’estate più critica dal secondo dopoguerra, peggiore anche dell’estate
2003. I fenomeni che stiamo registrando potrebbero essere molto
preoccupanti perché, come prima evidenziato, le precipitazioni estive
stanno divenendo più rare ma più intense ed irregolari - a prevalente
carattere di rovescio anche temporalesco sino alle quote sommitali - con
conseguenze notevoli sul dissesto idrogeologico sulla catena alpina; alle quote
più elevate, il permafrost si sta sciogliendo sempre più rapidamente. Le frane
di Pizzo Cengalo che si stanno registrando in questi giorni sono infatti da
legarsi soprattutto al fenomeno dello scioglimento del permafrost”.
Forse
accelerazione dei cambiamenti climatici – Rischio aumento dissesto
idrogeologico e diminuzione della risorsa idrica – Sequenza giorni continui
senza precipitazioni aumentata del 15 per CENTO “La
sequenza dei giorni continui senza precipitazioni in Italia, varia dai 25
giorni della Pianura Padana ai 40 della Capitanata Foggiana ma negli ultimi 25
anni essa è mediamente aumentata del 15 per cento, con conseguenze che
rischiano di essere drammatiche per le località turistiche e l’agricoltura.
Quanto alle precipitazioni estive, nel nuovo millennio i giorni di
pioggia si sono ridotti anche in montagna – ha concluso Massimiliano Fazzini – nella
montagna appenninica, in misura
del 15 – 20 per cento. Invece, sulle Alpi, si registra un aumento medio
del 10 per cento di precipitazioni anche se il segnale è mal distribuito
dal punto di vista spaziale. Lo scioglimento rapido primaverile del manto
nevoso ed il ruscellamento diffuso delle abbondanti e persistenti
precipitazioni autunnali potranno determinare un’ amplificazione dei
fenomeni di dissesto idrogeologico - importanti eventi alluvionali
e franosi - già in questo autunno, in un Paese già estremamente
suscettibile e vulnerabile, con aumento esponenziale del rischio associato. Dunque,
alla resa dei conti aumenta il rischio idrogeologico e diminuisce la
disponibilità della risorsa acqua fossile. Siamo in presenza della
seconda estate più calda dal Secondo Dopo Guerra ad oggi, dopo quella del 2003.
Con tutta l’energia a disposizione del sistema terra –mare - atmosfera,
le prime avvezioni di aria fredda di origine atlantica o polare
causeranno una forte destabilizzazione dell’atmosfera con precipitazioni molto
intense e prolungate nel tempo, eventi anche estesi temporalmente 3 – 4 giorni
in caso di “blocking” sinottico”. Per
Interviste : Massimiliano
Fazzini – Università degli Studi di Camerino e Ferrara - Tel
338.1334319 Gilberto
Pambianchi – Presidente Nazionale dei Geomorfologi (AIGeo) – Tel 320 4381396 Marco
Materazzi – Segretario Nazionale AIGeo – Tel. 320-4381351 Francesco
Dramis – Professore Ordinario Geomorfologia (Università di Roma 3) tel. 338 –
6638503 / 329 - 0571017
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