Terremoto ai Campi Flegrei interviene la Società Geologica Italiana. Rodolfo
Carosi (Presidente della Società Geologica
Italiana) : “Continuare a tenere alta l’attenzione sulla prevenzione
coinvolgendo famiglie e cittadini anche attraverso attività di formazione nelle
scuole”. Warner
Marzocchi, Professore di Geofisica, Università di Napoli Federico II. (docente di Geofisica presso l’Università Federico II di
Napoli ) : “La magnitudo di questo terremoto è simile all'evento avvenuto il 13
marzo di quest'anno in una zona diversa della caldera. Il terremoto è avvenuto
a mare nella parte meridionale della cosiddetta "zona risorgente",
cioè una zona quasi-circolare che tende a risalire durante il bradisismo. Le
accelerazioni orizzontali registrate dalla Rete Accelerometrica Nazionale (RAN)
sono modeste, soprattutto se confrontate con altri eventi di magnitudo e
profondità minore, avvenuti nella parte emersa della caldera durante questa
sequenza”. “La
situazione geologica dell'area flegrea, zona vulcanica densamente abitata, ha
destato attenzione già da molti mesi con una ripresa dell'attività bradisismica
associata a numerosi eventi sismici, alcuni dei quali hanno raggiunto magnitudo
superiore a 3.5-4. Il 30
giugno alle ore 10:47:11 (UTC) un terremoto di magnitudo durata (Md) 4.6 ha
colpito l'area flegrea. E' il terremoto più grande della sequenza in corso
iniziata nell'estate del 2023 che ha prodotto finora decine di migliaia di
terremoti. La magnitudo di questo terremoto è simile all'evento avvenuto il 13
marzo di quest'anno in una zona diversa della caldera. Per tali
terremoti, la magnitudo durata solitamente sovrastima la magnitudo momento che
è considerata una misura più veritiera dell'energia liberata dall'evento. Una
stima accurata per tale magnitudo è ancora in corso, ma non sarebbe una
sorpresa se fosse tra 4.1 e 4.2. Il
terremoto è avvenuto a mare nella parte meridionale della cosiddetta "zona
risorgente", cioè una zona quasi-circolare che tende a risalire durante il
bradisismo. In particolare, l'epicentro è localizzato nella parte
sud-occidentale della zona risorgente e gli eventi minori successivi sono
avvenuti sempre in questo sistema di faglie ad anello, propagandosi a grandi
linee in senso antiorario. La parte
meridionale e occidentale di questa zona solitamente genera terremoti più
profondi di quelli che avvengono in altre faglie dei Campi Flegrei, come se la
parte risorgente non avesse una andamento orizzontale ma avesse una
inclinazione verso ovest, sud-ovest. Questo evento, ad esempio, ha una profondità
di circa 3.9 km ed è tra i più profondi che sono avvenuti nell'area flegrea
durante questa sequenza. La
profondità dell'evento ha un importante ruolo nello scuotimento del terreno
osservato in superficie. Le accelerazioni orizzontali registrate dalla Rete
Accelerometrica Nazionale (RAN) sono modeste, soprattutto se confrontate con
altri eventi di magnitudo e profondità minore, avvenuti nella parte emersa
della caldera durante questa sequenza”. Lo ha dichiarato Warner Marzocchi,
Professore di Geofisica, Università di Napoli Federico II. “La
genesi di questi terremoti è ancora in fase di studio perché le cause possono
essere diverse e non è facile conoscere con esattezza cosa avviene nel
sottosuolo a diversi km sotto di noi, specie in un'area vulcanica. Da una prima
analisi delle forme d'onda e tenendo conto della sua localizzazione, il
terremoto non contiene nessun segnale solitamente associato al movimento di
magma – ha continuato Marzocchi - ed appare quindi coerente con gli
eventi avvenuti finora. Studi recenti suggeriscono che la sismicità osservata
sia connessa con il movimento verso l'alto della zona risorgente dovuto
probabilmente ad una sovrapressurizzazione di gas ad una profondità di circa
3.5 km nel centro della caldera. La fase di sollevamento della zona risorgente
è iniziata circa 20 anni fa, con un aumento della velocità negli ultimi anni;
sebbene la forma geometrica di tale sollevamento appaia simile alle
deformazioni osservate nella nota crisi bradisismica del 1982-1984, le velocità
osservate fino ad ora sono comunque molto inferiori a quelle osservate nel
1982-1984”. “E’
fondamentale continuare a tenere alta l’attenzione – ha affermato Rodolfo
Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana – e formare la
popolazione anche attraverso attività con il coinvolgimento delle scuole che
rappresentano un ottimo canale per arrivare alle famiglie”. |