Il
cambiamento climatico peggiora le malattie reumatologiche. Dalla SIR i consigli
ai pazienti per un’estate sicura
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Caldo intenso, umidità o esposizione prolungata
all’inquinamento possono aggravare i sintomi di malattie croniche come artrite
reumatoide, lupus eritematoso sistemico, gotta.
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Le temperature elevate stimolano il rilascio di citochine
infiammatorie, aumentano lo stress ossidativo e ‘accendono’ i geni che
scatenano infiammazione o autoimmunità.
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Col cambiamento climatico cresce il rischio di infezioni:
West Nile un pericolo per chi convive con una
malattia reumatologica e assume farmaci immunosoppressori.
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Per affrontare estati sempre più roventi, SIR ribadisce le
raccomandazioni chiave rivolte ai pazienti reumatici: proteggersi seriamente
dal sole (stare sotto l’ombrellone non basta), idratarsi, evitare pesce
azzurro e crostacei per chi ha la gotta, sottoporsi alle opportune vaccinazioni.
Roma, 28
luglio 2025 – Già
Ippocrate nel 400 a.C. aveva descritto l’influenza del clima sulla salute
umana, ma è solo a causa del cambiamento climatico degli ultimi anni che
questa relazione sta assumendo i contorni di una vera emergenza sanitaria.
Le temperature estreme, come quelle registrate in questi giorni, sono una
minaccia ambientale e una sfida crescente per la salute pubblica, in
particolare per milioni di persone affette da malattie reumatologiche. “I
nostri pazienti sono molto vulnerabili agli stress termici”, spiega il professor Andrea Doria, Presidente della
Società Italiana di Reumatologia (SIR). “Fenomeni quali ondate di calore,
aumenti dell’umidità e dell’inquinamento atmosferico possono influire sulla comparsa
e la recrudescenza di artrite reumatoide, lupus e gotta,
portando anche a un aumento delle ospedalizzazioni”.
“Gli effetti del cambiamento climatico sull’impatto delle
malattie reumatologiche stanno diventando così evidenti che l’American
College of Rheumatology ha recentemente dedicato al tema un white paper, in cui si analizzano i possibili
meccanismi biologici alla base del problema”, evidenzia Gian Domenico Sebastiani, Past
President SIR. “L’esposizione a temperature elevate stimola il rilascio di citochine
infiammatorie e aumenta lo stress ossidativo, peggiorando i sintomi
di molte malattie autoimmuni. L’inquinamento atmosferico, invece, può agire
sull’epigenetica, ossia modificare il modo in cui i nostri geni
funzionano, ‘accendendo’ quelli che scatenano infiammazione o autoimmunità e
favorendo l’insorgenza di malattie reumatiche in persone predisposte”.
Il cambiamento climatico può influire anche in modo
indiretto sulla salute. Eventi estremi possono interferire con l’accesso alle
cure, nella catena di distribuzione dei farmaci, sulla produzione di cibo. “Si
tratta di problematiche che riguardano principalmente le aree più povere del
pianeta – precisa Sebastiani – ma alcune minacce, che un tempo
sembravano confinate a luoghi lontani, oggi iniziano a fare la loro comparsa
anche da noi. Pensiamo, ad esempio, a come sta cambiando la diffusione degli insetti,
che sono vettori di malattie infettive, verso cui i pazienti reumatici sono più
suscettibili. Il West Nile, che attualmente sta destando particolare
preoccupazione, rappresenta un pericolo per chi convive con una malattia
reumatologica e ha un sistema immunitario reso più fragile dall’assunzione di
farmaci immunosoppressori. Il virus Chikungunya e la malattia di Lyme
possono innescare manifestazioni reumatologiche reattive, che rischiano poi di
evolvere in vere e proprie malattie infiammatorie croniche”.
“Il clima – prosegue l’esperto – sta modificando anche il
microbioma, ossia l'insieme del materiale genetico, il 'genoma', dei
microrganismi che vivono in simbiosi con l'organismo, con effetti
sull’immunomodulazione. Soprattutto in giovani e bambini, che stanno ancora
forgiando il loro sistema immunitario, il cambiamento climatico può produrre
alterazioni del microbioma condizionando il potenziale sviluppo di malattie
reumatiche autoimmuni”.
Di fronte a questo scenario, caratterizzato da
temperature sempre più elevate e da condizioni meteorologiche estreme, la Società
Italiana di Reumatologia invita i pazienti a prestare particolare attenzione,
soprattutto in occasione di spostamenti o viaggi, e a adottare alcuni semplici
accorgimenti “salva-estate”.
Tanti
buoni motivi per proteggersi dal sole
Evitare di
esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, indossare cappelli e
occhiali da sole, utilizzare adeguati filtri solari è quello che dovrebbero
fare tutti ma soprattutto le persone affette da una malattia reumatologica. Nel
lupus, ad esempio, le radiazioni ultraviolette possono provocare riacutizzazioni
della malattia, non solo a livello cutaneo ma anche sistemico. In tutti i
pazienti che seguono una terapia farmacologica, il sole può scatenare reazioni
di fotosensibilizzazione. In particolare, chi assume cortisone, che
inibisce la sintesi del collagene, ha una pelle più vulnerabile ed
esponendola ai raggi solari corre il rischio di danni cutanei legati alla
vasodilatazione. Stare sotto l’ombrellone – ricordano gli esperti della SIR –
non ci mette al sicuro dagli UV che si riflettono sulla sabbia.
Attenzione
a caldo eccessivo e disidratazione
È
fondamentale mantenere una buona idratazione perché in caso contrario si
diventa più suscettibili alle malattie infettive, molto insidiose per i malati
reumatici. Non solo, gli squilibri metabolici ed elettrolitici in chi è
disidratato possono favorire attacchi acuti di gotta. Le alte
temperature, inoltre, inducendo danni a livello della cartilagine, sono
nemiche anche di malattie come l'artrosi.
Non
perdere di vista la dieta
Se le
vacanze sono un periodo in cui è giusto concedersi qualche sgarro alimentare,
chi soffre di gotta deve ricordare che alcuni alimenti tipici delle tavolate
estive, come pesce azzurro e crostacei, contengono molte purine e
andrebbero quindi evitati. Mangiando cibi ricchi di purine, infatti, si produce
più acido urico e questo può peggiorare o scatenare un attacco di gotta.
Ricordarsi
le vaccinazioni
I malati reumatologici sono più suscettibili sia a contrarre le
infezioni sia a svilupparne forme più complicate. Prima di partire alla volta
di mete particolari, è quindi indispensabile sottoporsi alle opportune
vaccinazioni, rivolgendosi ai centri vaccinali.
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