Diabetologi: “L’industria alimentare sia nostra alleata nella prevenzione, abbiamo bisogno di cibi più
salutari”. L’appello AMD in occasione del XXV Congresso Nazionale al via a
Bologna Stop a un modello
produttivo che favorisce patologie croniche come diabete e obesità,
l’innovazione nell’industria alimentare deve orientarsi verso la realizzazione
di prodotti più sani. Tra i temi centrali
del Congresso, anche il legame tra salute, ambiente e giustizia sociale. Nel
suo intervento Monsignor Vincenzo Paglia ha richiamato Papa Leone XIV e Papa
Francesco: “Attenzione all’inquinamento antropologico, fatto di solitudine,
disuguaglianze e indifferenza. Serve una rinnovata attenzione agli esclusi che
restituisca benessere condiviso”. Il Presidente AMD
Riccardo Candido sottolinea: “La salute non dipende solo dai farmaci, ma anche
dai modelli alimentari, ambientali e sociali che costruiamo ogni giorno”. Bologna, 15
ottobre 2025 – Ridurre il grado di pro cessazione degli alimenti,
limitare l’uso di additivi superflui, contenere l’uso di zuccheri
aggiunti e di sale; rivedere i sistemi di conservazione dei prodotti e promuovere
un marketing più veritiero e trasparente. In sintesi: etichette più
comprensibili, con liste ingredienti più corte e chiare. Sono queste le poche
e semplici richieste che l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) rivolge
ai rappresentati dell’industria alimentare. Per la prima volta,
specialisti impegnati quotidianamente nel fronteggiare il diabete, che
ha tra i principali fattori di rischio un modello alimentare scorretto,
diffuso negli ultimi decenni, non si limitano a dare suggerimenti a pazienti e
comuni cittadini per scelte alimentari più consapevoli, ma rivolgono il loro
sguardo e monito proprio a chi quel cibo lo produce, chiedendo un'assunzione di
responsabilità concreta nei confronti della salute pubblica. L’appello,
firmato da AMD, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow
Food Italia, è stato presentato oggi, in occasione dell’apertura del XXV
Congresso Nazionale della società scientifica, in corso a Bologna fino a
sabato 18 ottobre. “Numerosi
studi epidemiologici hanno dimostrato che le attuali abitudini alimentari
dominanti sono associate a patologie croniche come obesità, diabete tipo 2,
malattie cardiovascolari e alcuni tumori”, dichiara il
professor Riccardo Candido, Presidente AMD. “A destare preoccupazione
sono l’eccesso di zuccheri, in particolare nelle bevande, l’elevata densità
calorica dei cibi pronti, l’uso di grassi idrogenati e sale per migliorarne
gusto e palatabilità, l’abuso di additivi per prolungarne la conservazione e il
crescente grado di processamento degli alimenti. L’allarme, sia scientifico che
sanitario, è chiaro: riguarda il benessere delle generazioni presenti e future.
Con questo appello chiediamo all’industria alimentare di essere alleata della
prevenzione, perché il cibo può e deve diventare un veicolo di salute”. “Per
l’industria alimentare è il momento di assumersi responsabilità concrete,
rendendo l’innovazione alimentare più sana e trasparente”, aggiunge Silvio
Barbero dell’Università di Pollenzo. “Il cambiamento è possibile,
privilegiando ingredienti naturali, processi produttivi e distributivi
sostenibili. Salute e competitività possono andare di pari passo. Non si tratta
di tornare indietro, ma di guardare avanti: l’industria ha oggi l’opportunità
di assumere un ruolo decisivo nel promuovere il benessere collettivo,
restituendo credibilità al proprio impegno verso la società”. Tra i
momenti di maggiore rilievo della giornata di apertura del Congresso AMD, anche
una sessione che ha visto il dibattito tra esperti svilupparsi oltre la
dimensione sanitaria, affrontando il legame tra salute, ambiente e giustizia
sociale. “Il pianeta
è la nostra casa comune e deve restare abitabile per tutti, non un luogo
inquinato dalle arroganze umane, ma uno spazio condiviso, salubre, solidale”, afferma Monsignor
Vincenzo Paglia, che è intervenuto con una riflessione sul tema della salute
come bene universale, ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco
e all’Esortazione apostolica Dilexi te ("Ti ho amato") di Papa Leone
XIV. “Accanto all’inquinamento atmosferico e ambientale, oggi dobbiamo
riconoscere anche un inquinamento antropologico, che ferisce l’umano: la
solitudine, la disuguaglianza, la perdita di relazioni autentiche. È questo un
inquinamento invisibile ma profondo, che rende fragili le persone e le
comunità. La vera prevenzione nasce dal riconoscimento dell’altro come parte di
sé e dalla costruzione di un tessuto solidale, dove le relazioni umane
diventano la prima medicina”. “La
salute delle persone – conclude il professor Candido – non dipende solo
dai farmaci o dalla tecnologia, ma anche dai modelli alimentari, ambientali e
sociali che costruiamo ogni giorno. La diabetologia deve farsi ponte tra
scienza, sostenibilità e giustizia sociale: solo così potremo garantire salute
e innovazione per tutti, senza lasciare indietro nessuno”. Durante il
Congresso, in corso a Bologna, verranno affrontati altri grandi temi che stanno
ridisegnando la cura del diabete: le innovazioni terapeutiche; le tecnologie
digitali e l’intelligenza artificiale; i nuovi modelli
assistenziali di prossimità, più equi, sostenibili e personalizzati; le
sfide del diabete nelle persone fragili e nelle diverse fasce d’età;
l’integrazione tra prevenzione, ambiente e politiche sanitarie. Con oltre
un centinaio di sessioni scientifiche, tavole rotonde e letture magistrali, il
Congresso AMD si conferma il principale laboratorio di idee per la diabetologia
italiana: un luogo dove scienza, etica e responsabilità sociale si incontrano
per costruire una salute che abbracci l’uomo, le relazioni e il pianeta. |