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14 marzo - 14 aprile 2024

 

GIOVANNI CERRI

"L’Italia che partiva. Via mare verso l’America"

Mostra a cura di Barbara Vincenzi

Introduzione in catalogo di Matteo Collura

 

Galata Museo del Mare

Calata de Mari 1, Genova

Saletta dell’Arte, primo piano

 

Orari di apertura

Da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00

Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00

Chiuso lunedì

 

Biglietteria

Mostra compresa nel biglietto di ingresso del museo

 

Informazioni al pubblico

010.2533555

www.galatamuseodelmare.it | www.promotorimuseimare.org

accoglienza@galatamuseodelmare.it

 

Un'esperienza espositiva che promette di toccare le corde dell'anima e della memoria collettiva, un commovente omaggio in bianco e nero a tutti gli italiani che tra la fine dell'Ottocento e le prime decadi del Novecento emigrarono verso il continente americano.

 

Curata dalla storica dell’arte Barbara Vincenzi, sostenuta dal Museo Italo Americano of San Francisco, l’esposizione traccia le storie di uomini e donne di qualsiasi età che, spinti dalla speranza di una vita migliore, tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo intrapresero viaggi transoceanici estenuanti verso l'America, partendo dai quattro porti d’imbarco autorizzati di Genova, Napoli, Palermo e Messina.

Gente povera, umile, come braccianti, operai, badanti, facchini, lustrascarpe, venditori ambulanti, che si imbarcarono ben consapevoli che molti di loro non sarebbero mai più tornati in patria.

 

Viaggi per mare su navi a vela o piroscafi che duravano dalle tre alle cinque settimane, resi ancora più faticosi dal sovraffollamento e dalle condizioni igienico-sanitarie dei locali dove gli emigranti trascorrevano l’intera traversata; luoghi che favorivano la rapida diffusione di malattie, dove respirare era quasi impossibile con l’aria piena del fumo e dei vapori delle macchine, e i letti erano formati da sacchi di paglia increspati e maleodoranti sistemati in anguste cuccette di legno, mettendo a dura prova le condizioni fisiche di passeggeri che, in molti casi, erano scarse già prima della partenza.

 

Scrive Matteo Collura nel suo testo in catalogo: “così come quando lessi Sull’oceano di Edmondo De Amicis, nella mia immaginazione prese forma la crudele epopea dell’emigrazione, nell’osservare in anteprima queste opere, ecco le immagini coincidere con l’idea visiva che, suggestionato da quella lettura, avevo messo a punto a proposito dell’esodo in mare dei nostri emigranti. Questo perché – e dico una cosa ovvia per chi ha pratica di letteratura – la pagina scritta è quella che più si avvicina all’arte pittorica.”

 

Attraverso una selezione di venti opere evocative, tutte datate 2023, realizzate in tecnica mista su tela o tavola e delle quali due rappresentative delle città di Genova (il porto) e San Francisco (il Golden Gate), Giovanni Cerri esplora la memoria collettiva di un'epoca caratterizzata da profonde trasformazioni sociali e culturali.

 

L’intera narrazione visiva volutamente in bianco e nero, come se fosse essa stessa documento storico, è un invito a riflettere sul passato migratorio italiano e nasce da un attento lavoro sulla memoria e sul ricordo di quello che sono stati i nostri antenati che, a cavallo tra i due secoli, affrontarono il mare per cercare fortuna in un altro continente, con tradizioni, abitudini e leggi differenti.

 

Una mostra la cui genesi è iniziata dal recupero “in rete” di immagini, documenti, fotografie e cartoline capaci di condensare il senso di storie tanto intense quanto drammatiche: la ressa sui moli, le visite mediche prima dell’imbarco, la salita sulle navi con valigie enormi e pesanti caricate a fatica sulle spalle, i saluti struggenti, gli addii, i volti di bambini e adulti, il gesto del primo avvistamento del suolo americano, il grido “L’America!” e il saluto alla Statua della Libertà, il mettersi in fila per le ispezioni, l’attesa dello sbarco verso un mondo sconosciuto.

 

Immagini capaci di restituire una prospettiva intima sui sacrifici e le speranze dei nostri antenati, che svolgeranno un ruolo chiave negli Stati Uniti nella costruzione di infrastrutture come grattacieli, ponti e ferrovie, così come nel settore agricolo. Uomini e donne che contribuirono a plasmare il mondo che conosciamo e in cui oggi viviamo.

 

Dei dipinti presenti al Galata Museo del Mare uno solo, intitolato “Il viaggio”, è a colori. Un quadro di grandi dimensioni (150x250) “quasi astratto e privo di narrazione diventa una sorta di porta virtuale e l’inizio di un viaggio interiore, lo stesso percorso che ha affrontato l’artista intraprendendo questa avventura, lo stesso, in un arco temporale differente, che intraprenderanno i visitatori”, come sottolinea la curatrice Barbara Vincenzi nel suo testo in catalogo.

Esposto senza telaio come fosse una vela di una nave, attraverso macchie di colore, colature e linee casuali, simboleggia l'incertezza e il non definito di determinate avventure della vita, lasciando al visitatore la più completa libertà di riflessione sul significato del viaggio e dell’importanza di tutte quelle storie individuali e collettive che allora contribuirono a comporre il tessuto della nostra identità nazionale.

 

La mostra rende infine omaggio anche a tre figure emblematiche legate all'emigrazione italiana: Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (Nick and Bart), i due attivisti e anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti (il primo operaio in una fabbrica di scarpe, il secondo venditore ambulante di pesce) che nel 1927 furono condannati alla sedia elettrica per l’omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio “Slater and Morrill” di South Braintree nello Stato del Massachusetts, per poi cinquant’anni dopo venire assolti dal Governatore Michael Dukakis; George Moscone, il sindaco di San Francisco di origini liguri progressista e difensore dei diritti civili ucciso nel 1978 insieme all’attivista Harvey Milk, da un ex consigliere comunale.

 

La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Museo Italo Americano of San Francisco e al sostegno di Valla Morrison & Schachne Inc. PC, Mediafilm, Officine Mara, ARAG e Axa e Gec &co intermediazioni assicurative.

Durante la mostra verrà mostrato il video che il regista Mauro Conciatori ha girato nello studio di Giovanni Cerri sul progetto della mostra al Galata Museo del Mare.

 

Ufficio stampa mostra

De Angelis Press, Milano

345 7190941

info@deangelispress.com

 

Ufficio stampa Galata Museo del Mare

Eleonora Errico – 335 1002079

Giulia Cavanna – 346 3043798

ufficiostampa@galatamuseodelmare.it

 

Giovanni Cerri / Nota biografica

Nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora, Giovanni Cerri ha iniziato a esporre nel 1987 e da allora ha tenuto mostre in Italia e all’estero, esponendo in importanti città come Berlino, Francoforte sul Meno, Colonia, Stoccarda, Copenaghen, Parigi, Rabat, San Francisco, Varsavia, Toronto.

Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla 54° Edizione della Biennale di Venezia.

Nel 2015 la mostra “Milano ieri e oggi” viene esposta all’Unione del Commercio a Palazzo Bovara a Milano, alla Cortina Arte a Milano, alla Galleria Palmieri di Busto Arsizio e all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia. Nel 2019, nell’ambito del quinto centenario leonardesco, espone alla Frankfurter Westend Galerie di Francoforte sul Meno la mostra “Memoria e Futuro / Erinnerung und Zukunft. A Milano nell’anno di Leonardo” a cura di Andrea B. Del Guercio.

Nel 2021 espone con una personale al Museo Italo Americano di San Francisco la mostra “2020: Milan in the hour of the wolf” pensata e realizzata durante la pandemia. Nel 2023, con l’artista Luo Qi, espone al Ningbo Art Museum in Cina. Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private italiane ed estere, tra cui citiamo: Museo della Permanente (Milano), Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, Museo di Villa Clerici (Milano), Museo Civico “Floriano Bodini”, Gemonio (VA), Museo Italo Americano di San Francisco (U.S.A.), Ningbo Art Museum (Cina).

Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro “Ultima frontiera” per la Casa Editrice Le Lettere (Firenze), collana Atelier curata da Stefano Crespi.

 

 Ritratto Giovanni Cerri, by Wynne