GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATOLOGICHE – 12 OTTOBRE 2025 In Italia 6,5
milioni di pazienti, anche giovani. L’appello dei reumatologi per prevenzione,
diagnosi precoce e accesso alle terapie innovative Roma, 9
ottobre 2025 – Il 12
ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle Malattie Reumatologiche, che
colpiscono 350 milioni di individui a livello globale e fino a 6,5
milioni nel nostro Paese. Dalle malattie autoimmuni sistemiche, alle
artriti infiammatorie, per arrivare alle forme degenerative, le malattie
reumatologiche sono circa 200. Spesso croniche, non interessano solo le
articolazioni ma anche muscoli, tendini, ossa e talvolta organi interni.
Possono avere un pesante impatto sulla quotidianità dei pazienti, come
dimostrano alcuni casi illustri: l'attrice e popstar Selena Gomez, che
ha più volte raccontato la sua convivenza con il lupus eritematoso sistemico, Lady
Gaga, costretta a cancellare alcuni concerti per la fibromialgia, Dan
Reynolds, frontman degli Imagine Dragons, bloccato dalla spondilite
anchilosante, o l’attrice Kathleen Turner che ha lasciato il cinema a
causa dell’artrite reumatoide. Grazie ai
notevoli passi avanti compiuti negli ultimi anni, prevenzione attiva, diagnosi
precoce e innovazione terapeutica possono concorrere in modo
sostanziale alla riduzione dell’incidenza delle malattie reumatologiche, alla
possibilità di intercettarle per tempo e di migliorare la qualità di vita dei
pazienti. È stato questo il focus di una conferenza stampa che si è
svolta oggi in Senato: “Giornata Mondiale delle malattie
reumatologiche 2025: serve un cambio di paradigma. Con prevenzione, diagnosi
precoce e innovazione terapeutica un nuovo futuro è possibile”. Promossa
dalla Senatrice Maria Cristina Cantù, in collaborazione con la Società
Italiana di Reumatologia, l’iniziativa ha avuto il patrocinio del Senato
della Repubblica e della Camera dei Deputati. “In Italia,
comprese le diagnosi in fase di accertamento, sono oltre 6 milioni le persone
che convivono con una tra le circa 200 malattie reumatologiche oggi conosciute”, dichiara
la Senatrice Maria Cristina Cantù. “Esistono, però, gli strumenti per
‘agire in anticipo’ e dare vita a una strategia in grado di sconfiggere o
almeno contrastare efficacemente l’impatto di queste malattie. Oggi siamo tutti
chiamati a impegnarci affinché le attuali opportunità di prevenzione, diagnosi
precoce e cura delle malattie reumatologiche non restino sulla carta ma
diventino opzioni concretamente accessibili ai cittadini. Occorrono,
innanzitutto, campagne di sensibilizzazione della popolazione, sul reale volto
delle patologie reumatologiche e su come sia oggi possibile prevenirle,
diagnosticarle e trattarle proattivamente, così come indicato nell’art. 6 del
Disegno di legge n. 946”. “Nell’immaginario
collettivo sono ancora molte le false credenze che circondano le malattie
reumatologiche”, afferma Andrea
Doria, presidente SIR. “Prima fra tutte, quella secondo cui
interesserebbero solo pazienti anziani. In realtà possono colpire anche
persone giovani-adulte, nel pieno della loro vita attiva, donne in età
riproduttiva, bambini. Altro ingombrante falso mito è quello secondo sui
sarebbero ‘ineluttabili’. Sebbene la componente genetica rivesta un ruolo
importante in molte malattie reumatologiche, è possibile cercare di
prevenirle. Ma gran parte della popolazione non lo sa, non è consapevole
del fatto che alcuni semplici comportamenti, come non fumare, avere una sana
alimentazione, fare esercizio fisico, tenere sotto controllo il peso e
proteggersi dalle infezioni con i vaccini, possono ridurre il rischio di
sviluppare le malattie reumatologiche o ritardarne la comparsa, soprattutto se
in famiglia c’è già qualcuno che ne soffre. I familiari dei pazienti,
infatti, hanno un rischio aumentato del 10% di ammalarsi. Proprio per
favorire una maggiore consapevolezza su questo fronte, la SIR ha realizzato una
brochure divulgativa con diversi consigli di prevenzione, rivolgendosi
anche a chi una malattia ce l’ha già, per cercare di rallentarne la
progressione e conviverci al meglio”. E nei casi
in cui scongiurare le malattie reumatologiche non è possibile, dovrebbe esserlo
la loro diagnosi precoce: l’innovazione degli ultimi anni, in particolare il
dosaggio di alcuni biomarcatori, come gli auto-anticorpi, consente di
intercettarle addirittura prima che inizino a produrre sintomi. Ma
questo spesso non avviene. “Sono necessari in media 7 anni per
scoprire di soffrire di artrite psoriasica, 5 per la spondilite
anchilosante, 3 per la sclerosi sistemica e 2 per l’artrite reumatoide”,
illustra Gian Domenico Sebastiani, past president SIR. “Se non
diagnosticate e trattate precocemente, queste malattie possono portare a danni
irreversibili, con conseguenti costi sanitari (trattamenti farmacologici,
ricoveri ospedalieri e riabilitazione) e sociali (giorni lavorativi persi,
riduzione del reddito, necessità di sussidi di disoccupazione e invalidità).
Solo l’artrite reumatoide in Italia ha un costo complessivo annuo
di oltre 2 miliardi di euro. Il problema del ritardo diagnostico è
legato alla mancanza di specialisti reumatologi sul territorio, il cui
numero andrebbe incrementato, e all’assenza di reti che consentano di
prendere in carico i pazienti nel setting di cura più adeguato a seconda della
complessità del singolo caso. Resta cruciale la formazione dei medici di
medicina generale, che devono essere sensibilizzati all’individuazione
delle nostre patologie, perché sono loro i primi referenti dei pazienti e hanno
la possibilità di intercettare i possibili campanelli d’allarme. E occorre realizzare
PDTA che definiscano un iter appropriato, secondo le linee guida, al
fine di garantire al paziente la miglior assistenza possibile”. Una volta
confermata la diagnosi, il paziente dovrebbe essere preso in carico dal
reumatologo e iniziare le terapie. Prima questo avviene, maggiori probabilità
ci sono di tenere sotto controllo le malattie reumatologiche affinché non
provochino danni irreversibili. Con l’impiego precoce dei farmaci oggi a
disposizione, dai nuovi immunosoppressori, più maneggevoli, ai biologici che
possono cambiare il decorso della malattia, la remissione è sempre più
spesso possibile, anche per periodi prolungati. “Negli ultimi 15 anni
l’armamentario farmacologico per le malattie reumatologiche si è arricchito
moltissimo, grazie a una conoscenza più approfondita dei meccanismi che stanno
alla loro base”, spiega Roberto Caporali, presidente eletto SIR.
“Oggi la nuova frontiera si chiama ‘medicina personalizzata’ e consiste
nel provare a definire il farmaco giusto, per il paziente giusto, al momento
giusto. Attraverso indagini precise, l’analisi dei biomarcatori e quella
dei tessuti, possiamo cercare di trovare il farmaco migliore per ogni singolo
paziente, riducendo il più possibile la quota di coloro che non rispondono alla
terapia. È un approccio già utilizzato in altre aree terapeutiche che sta
iniziando a essere percorribile anche in reumatologia”. In
occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Reumatologiche, la Società
Italiana di Reumatologia (SIR) ha rinnovato la sua richiesta alle Istituzioni
per un’azione concreta nel contrasto a quest’emergenza sanitaria. Tra le
priorità più rilevanti: campagne di prevenzione e informazione sui
sintomi e sui corretti stili di vita; diagnosi precoce e accesso equo alle
terapie innovative nei LEA; potenziamento della telemedicina e di un
approccio multidisciplinare nella gestione dei pazienti; maggiore formazione
dei medici e dei farmacisti, per intercettare i casi sin dai primi segnali
e migliorare l’aderenza ai trattamenti. Solo così sarà possibile costruire un
futuro in cui le malattie reumatologiche non significhino più limitazioni, ma
possibilità di cura, remissione e qualità di vita per tutti i pazienti. E il
Disegno di legge n. 946 sulla riforma dell’assistenza reumatologica va proprio
nella direzione auspicata. |