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 Onore al Fante Ageo Malinverni della Brigata Bergamo

Anna Biacchessi


In occasione del centenario della morte del caduto graffignanino Ageo Malinverni, una delegazione di cittadini, capeggiata dal sindaco Giuseppe Galetta si è recata al cimitero militare di Alessandria per deporre una lapide con l’indicazione del nome, cognome data e luogo di nascita e di morte sulla tomba del nostro soldato deceduto nella grande guerra.

L’evento storico ha avuto due momenti emozionali.

Molto toccante la lettura della scheda biografica del soldato Ageo da parte del presidente dell’Associazione culturale “La Certosa” Giuseppe Mazzara autore della ricerca storica del soldato morto nell’ospedale militare di Alessandria per le conseguenze di una malattia contratta in guerra.

La partecipazione del sindaco, la presenza del labaro della Certosa e della bandiera dei Combattenti e Reduci ha dato ufficialità alla cerimonia. Il sindaco ha ribadito l’importanza della conoscenza della storia che forma una coscienza civile portatrice dei valori di libertà, giustizia, democrazia.

Molto coinvolgente è stata la scoperta di una personalità piena di sentimenti, capace di emozionarsi e di emozionarci. Parlo di Giuseppe Fusari, nipote del caduto Ageo Malinverni.

Fusari lo conosciamo tutti, apprezziamo le sue doti di grande maestro orafo, ma, vuoi per il suo modo canzonatorio, ironico, a volte pungente nel relazionarsi con gli altri, non lo si immagina capace di tanta tenerezza. Si è rivelato un uomo attaccato alla sua terra e alle sue origini che in poche parole è riuscito a farci comprendere la tragedia vissuta da tanti soldati che non volevano la guerra, ma desideravano vivere la propria vita in semplicità in seno alla propria famiglia. Come ha affermato Giuseppe, la guerra non è stata combattuta solo sul fronte, ma dalle donne che a casa si sono sobbarcate l’onere del lavoro e del mantenimento dei numerosi figli.

Ha citato una frase scritta da suo nonno dal fronte che ci dà l’idea di come erano equipaggiati: “Oggi mi sono tagliato le unghie senza togliermi le scarpe”. E’ raccapricciante!!!

Diciamo no alla guerra, ma ognuno di noi si faccia veramente portatore di pace, nei rapporti con gli altri e nelle nostre azioni.


 

 


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