Le microplastiche stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dei
vermi policheti. Il loro ruolo è quello di tutelare le coste!
Martina
Pierdomenico (Ricercatrice del CNR): “La
plastica che vediamo rappresenta una minima parte di quella che realmente è in mare.
Nella maggior parte giace sui fondali, nascosta alla nostra vista e ci sono sui
fondali, delle zone che possono rappresentare zone di accumulo preferenziale
come i canyon sottomarini”.
Nicoletta Mancin (docente Università di Pavia – Dipartimento Scienze della Terra
e dell’Ambiente): “Stiamo studiando l’inquinamento da
microplastiche, nell’ambiente marino costiero ed in particolare un ecosistema
che è quello dei vermi policheti. Questi vermi hanno il compito di tutelare le
coste. Purtroppo i risultati preliminari ci dicono che questi organismi,
trovano molte microplastiche e dunque sono stressati. La conseguenza potrebbe
essere la perdita del loro ruolo”.
“L’inquinamento
da plastica è una delle forme di inquinamento più visibile. Tutti abbiamo
l’idea dei rifiuti che in qualche modo inondano le nostre spiagge o galleggiano
sulla superficie degli oceani. In realtà tutta questa plastica che vediamo
rappresenta solamente una piccola percentuale di quella che è stata immessa
negli oceani. Nella maggior parte giace sui fondali, nascosta alla nostra vista
e ci sono sui fondali, delle zone che possono rappresentare zone di accumulo
preferenziale come i canyon sottomarini e sono stati osservati enormi accumuli
di rifiuti in vari canyon sparsi per il mondo che ci lasciano ipotizzare che
non abbiamo ancora una reale idea dell’estenzione del fenomeno, soprattutto nel
mare profondo”. Lo ha dichiarato Martina Pierdomenico, ricercatrice del CNR,
al Congresso Nazionale Congiunto della Società Geologica Italiana e della Società
Italiana di Mineralogia e Petrologia, a Bari.
E il
danno causato dai rifiuti in mare potrebbe essere irreversibile.
“Al
Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, dell’Università di Pavia
con i geologi, ecologi, biologi delle Università di Bari e Urbino stiamo
studiando l’inquinamento da microplastiche, nell’ambiente marino costiero ed in
particolare un ecosistema che è quello dei vermi policheti del genere
Sabellaria. Questi piccoli organismi, definiti “ingegneri del mare”, costruiscono
delle barriere arenacee lungo la costa – ha dichiarato Nicoletta Mancin, docente del Dipartimento
di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia - agglutinando
granelli di sabbia e aiutano a preservare la costa integra. Il loro ruolo
ecosistemico è fondamentale perchè queste barriere naturali mitigano l’erosione
costiera e offrono habitat per tantissime specie marine. Purtroppo oggi, al
posto dei granelli di sabbia questi policheti trovano sempre più microplastica,
che entra nelle loro strutture e che causa loro stress ossidativo. Lo dicono le
ricerche che stiamo effettuando. I risultati preliminari mostrano che questi
vermi sono stressati dalla microplastica. Il probabile effetto domino su tutto
l’ecosistema marino costiero: un impatto che è ancora da conoscere.
L’inquinamento da plastica è un problema globale che affligge l’intero Pianeta:
praticamente non vi è luogo al mondo dove non sia stata trovata della plastica
ed il Mediterraneo è stato recentemente definito una “zuppa di plastica”. Purtroppo
la plastica una volta dispersa nell’ambiente si degrada in particelle sempre
più piccole formando microplastiche e nanoplastiche e diventando un nemico
subdolo e nascosto. Tutti gli ecosistemi terrestri e marini sono afflitti da
questa piaga, ma soprattutto l’ambiente costiero è quello che sta pagando il
prezzo il più alto, perché rappresenta il punto dove la plastica, per lo più
attraverso i fiumi e gli scarichi urbani, entra in mare. Il nostro bel paese si
trova al centro del Mediterraneo con un territorio costiero molto esteso ed in
futuro l’inquinamento da plastica potrebbe portare a problemi molto seri, in
termini economici e di salute”.
”Lo ha
dichiarato Nicoletta Mancin, docente
del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di
Pavia.
Briefing
dei ricercatori aperto alla stampa, Mercoledì 4 Settembre, ore 17 e 30, Aula D,
Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo
Orabona n. 4. Aula Magna, dalle ore 8 e 30.
Durante
il briefing, i ricercatori illustreranno la situazione microplastiche nei mari!
“L’inquinamento
da plastica è un problema globale che affligge l’intero Pianeta: praticamente
non vi è luogo al mondo dove non sia stata trovata della plastica ed il
Mediterraneo è stato recentemente definito una “zuppa di plastica”. Purtroppo
la plastica una volta dispersa nell’ambiente si degrada in particelle sempre
più piccole – ha concluso la Mancin -
formando microplastiche e nanoplastiche e diventando un nemico subdolo e
nascosto. Tutti gli ecosistemi terrestri e marini sono afflitti da questa
piaga, ma soprattutto l’ambiente costiero è quello che sta pagando il prezzo il
più alto, perché rappresenta il punto dove la plastica, per lo più attraverso i
fiumi e gli scarichi urbani, entra in mare. Il nostro bel paese si trova al
centro del Mediterraneo con un territorio costiero molto esteso ed in futuro
l’inquinamento da plastica potrebbe portare a problemi molto seri, in termini
economici e di salute.
Durante
il congresso nazionale della Società Geologica Italia, i ricercatori di diverse
università italiane e centri di ricerca si confronteranno per capire le cause,
gli effetti e le possibili soluzioni all’inquinamento da plastica.
I
risultati che stanno emergendo dalla biocostruzione di Torre Mileto (Gargano,
Puglia), la più grande del Mediterraneo, mostrano che tante più microplastiche
sono presenti nei sedimenti tante più vengono accumulate in queste strutture
arenacee, con abbondanze assolute del tutto equivalenti. Questo può apparire
come un vantaggio, perché la biocostruzione in questo modo agisce da trappola
semipermanente per le microplastiche, rallentandone la dispersione verso il
largo. Tuttavia questo è un beneficio effimero, perché i risultati di questa
ricerca stanno anche evidenziando che le microplastiche causano un certo danno
fisiologico ai piccoli policheti, sebbene non si conosce ancora se questo
danno, alla lunga, può portare conseguenze nella loro capacità di
biocostruire”.
Per
interviste:
Nicoletta Mancin – Dipartimento Scienze della Terra e dell’Ambiente
dell’Università di Bari – Tel 335 5935692.
Paolo
Mazzoleni – Presidente della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia – Tel
366 6088173.
Rodolfo
Carosi - Presidente della Società Geologica Italiana
Tel – 347
3151107.
Giuseppe
Ragosta – Addetto Stampa del Congresso Nazionale Congiunto - Società Geologica
Italiana – Società Italiana di Mineralogia e Petrologia - Tel 392 5967459.