Scuola senza smartphone, il digital detox diventa un
affare di famiglia La scelta di
limitare l’uso dei cellulari in classe non resta confinata ai banchi ma apre un
dibattito più ampio sulle abitudini digitali. La coach Alessandra Bitelli
propone nuove abitudini di detox quotidiano, semplici da applicare e valide per
grandi e piccoli Milano, 9 settembre 2025 – Niente
smartphone tra i banchi se non per fini didattici. La scuola italiana apre
l’anno scolastico con una misura che può sembrare drastica ma che, se ben
gestita, diventa un’occasione per rieducare al tempo digitale. Un cambiamento
che riguarda non solo gli studenti ma anche il modo in cui famiglie e adulti
vivono la tecnologia ogni giorno. “Quando si toglie un oggetto così presente come il cellulare non basta
pensare al divieto. È un’occasione per stimolare l’attenzione, ritrovare spazi
di dialogo reale, chiedere coerenza agli adulti che devono essere i primi a
dare l’esempio – spiega Alessandra Bitelli, coach
e autrice de “Il primo romanzo utile del
coaching” – e scoprire che il tempo liberato può diventare
creatività e relazione. La scuola apre la strada ma la sfida riguarda tutti
noi, dentro e fuori le aule”. NON SOLO DIVIETO, MA EDUCAZIONE DIGITALE Ridurre
l’uso dello smartphone in classe non deve trasformarsi in una punizione. È
un’occasione per scoprire altre forme di comunicazione, di socialità e di
attenzione al presente. L’assenza del cellulare non è un vuoto, ma uno spazio
che può essere riempito da nuovi modi di stare insieme. “Ogni scelta che sembra limitare può invece diventare un’occasione preziosa
per trovare alternative. Significa abituarsi al dialogo diretto e non mediato
da uno schermo, riscoprire la collaborazione con i compagni, imparare a
mantenere la concentrazione senza continue interruzioni e allenare la capacità
di gestire il tempo in modo autonomo. Non è un semplice stop tecnologico – precisa Bitelli – ma un invito a coltivare abilità che restano
utili ben oltre i banchi di scuola, nella vita sociale, nello studio e nel
lavoro”. UN IMPATTO CHE PARTE DAI GENITORI Il
cambiamento richiesto agli studenti chiama in causa anche le famiglie. Se i
ragazzi lasciano il cellulare in tasca a scuola, ma a casa i genitori sono
sempre connessi, il messaggio si svuota. È qui che serve un’alleanza educativa:
la scelta della scuola diventa credibile e incisiva solo se i genitori la
sostengono, trasformandola in un impegno condiviso. “La coerenza è fondamentale. I ragazzi imparano ciò che i genitori fanno
non quello che dicono, e la vera educazione digitale inizia dal comportamento
adulto. Per questo – incalza Bitelli - è importante
che le famiglie non si fermino al sostegno formale della regola scolastica ma
la estendano nella quotidianità domestica, con momenti liberi da dispositivi,
spazi dedicati alla conversazione e piccole pratiche di riscoperta del contatto
con la realtà che coinvolgano tutti. Solo così la misura adottata a scuola
diventa un percorso concreto e duraturo”. IL VALORE DEL TEMPO LIBERATO La
riduzione dell’uso dello smartphone apre tempo ed energie nuove. Ore che
possono essere impiegate per leggere, praticare sport, coltivare passioni o
semplicemente annoiarsi.un po’. È un’occasione per riscoprire attività che
stimolano la creatività, il pensiero critico e le relazioni reali, spesso
sacrificate dalle continue notifiche e dall’iperconnessione. “La noia non è un nemico, ma un motore di creatività. Se il digitale
riempie ogni spazio vuoto, toglie la possibilità di allenare l’immaginazione e
di cercare soluzioni nuove. Liberare tempo dallo schermo – prosegue Bitelli - significa anche riconnettersi con sé stessi,
imparare a gestire la solitudine, sviluppare resilienza e scoprire interessi
autentici. Sono competenze trasversali che diventano fondamentali in tutte le
fasi della vita, dalla crescita dei ragazzi fino al mondo del lavoro". LE NUOVE ABITUDINI Il
coinvolgimento di tutta la famiglia è decisivo, perché se la regola vale solo a
scuola o solo per i figli, perde forza e viene vissuta come imposizione. “Il detox digitale non può essere un esercizio individuale perché rischia
di diventare una rinuncia a senso unico. Se i genitori continuano a controllare
il telefono mentre chiedono ai figli di metterlo via, il messaggio si
indebolisce. Coinvolgere tutta la famiglia – conclude Bitelli
- significa invece costruire un patto reciproco, in cui gli adulti
diventano modelli credibili. Solo così il cambiamento smette di essere
percepito come un divieto e si trasforma in una scelta condivisa che apre la
strada a nuove abitudini quotidiane, semplici da adottare e capaci di
migliorare il benessere di tutti”. Ecco le
nuove abitudini suggerite da Alessandra Bitelli per tutta la famiglia A tavola La tavola diventa il primo laboratorio di educazione
digitale. Togliere i telefoni durante i pasti favorisce conversazioni più
ricche, riduce le interruzioni e crea un piccolo rito quotidiano che dà
priorità alle relazioni. Migliora anche l’ascolto reciproco e abbassa la
tensione sui “controlli” perché la norma vale per tutti allo stesso modo,
adulti compresi. Al risveglio Senza schermi nell’ora dopo il risveglio e nell’ora
prima di dormire si protegge l’avvio e la chiusura della giornata. Al mattino
si evita la cascata di stimoli che frammenta l’attenzione e si imposta un ritmo
più intenzionale. La sera si facilita il sonno perché si riduce
l’iperattivazione mentale e si preserva il ritmo naturale di riposo. È una
micro-routine che migliora concentrazione, umore e qualità del recupero. Nei momenti di condivisione Una sera a settimana completamente offline crea tempo
di qualità prevedibile. Spezza l’automatismo del “sempre connessi”, rende
naturali attività alternative e costruisce memoria familiare di esperienze
positive. Funziona meglio se sono i ragazzi a proporre parte del programma,
così aumenta il senso di autonomia e di responsabilità. Nei confini di benessere No smartphone in camera da letto e negli spazi di riposo
significa confini chiari tra luoghi della relazione digitale e luoghi del sonno
e dello studio. Riduce l’uso compulsivo notturno, limita le distrazioni mentre
si studia e migliora privacy e sicurezza. Un accorgimento pratico aiuta molto,
ricarica dei dispositivi in uno spazio comune Nel tempo Almeno
un’ora al giorno dedicata a un’attività non digitale sostiene corpo e mente e
allena la tolleranza alla noia, che è terreno di creatività. Che sia sport,
lettura, musica o manualità, la scelta regolare di un impegno “attivo” rinforza
motivazione, autostima e senso di competenza. Meglio fissare micro-obiettivi
settimanali così i progressi sono visibili e gratificanti |