Cambiamento climatico:
il digitale che gli italiani non usano Secondo la ricerca «Sustainable Environment» gli italiani
sono preoccupati per l'ambiente, ma 5 su 6 non sfruttano la tecnologia
disponibile 1.
1 italiano su 4 ritiene che siano
differibili alle prossime generazioni i temi legati al cambiamento climatico 2.
I Millennials (31%) sono i più
attendisti, convinti che ci sia ancora tempo per affrontare il problema
climatico 3.
Il 77% Baby Boomer, al contrario,
ritiene che il problema del cambiamento climatico non sia più procrastinabile Roma, 29 giugno 2025 – In occasione della Giornata
Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno, l’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale - la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad
approfondire i temi della sostenibilità digitale nei suoi impatti ambientali,
economici e sociali - presenta oggi i risultati della ricerca “Sustainable
Environment 2025”. La ricerca di quest’anno ha analizzato e messo a
confronto le percezioni e i comportamenti di 4 generazioni di italiani - Generazione
Z (18-28 anni), Millennial (29-44 anni), Generazione X (45-60
anni) e Baby Boomer (61-75 anni) - sul ruolo della tecnologia come
strumento di sostenibilità in relazione alla conservazione dell’ambiente e al
contrasto al cambiamento climatico. “I risultati della ricerca mostrano come il nostro Paese sia ancora poco preparato ad affrontare la grande sfida ambientale che ci riguarda tutti.” – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Questo scenario è preoccupante e sottolinea l’urgenza, da parte delle Istituzioni, di supportare i cittadini attraverso un’adeguata formazione e la messa a disposizione degli strumenti tecnologici e culturali necessari. Purtroppo, finora le Istituzioni stanno dimostrando carenza sia di impegno concreto sia di una visione strategica efficace.”
La ricerca: dati complessivi Cambiamento climatico: quale consapevolezza? La ricerca mette in evidenza come non sia affatto scontato che
l’ambientalismo e la lotta al cambiamento climatico siano appannaggio dei più
giovani. Anzi, i dati raccolti mettono in evidenza come la percezione della
gravità della crisi ambientale superi le barriere generazionali: · Quasi un italiano su quattro (circa il 27%) continua a pensare che il
cambiamento climatico, per quanto grave, non richieda un intervento
urgente e immediato. Un dato significativo, ma ancora più preoccupante se
consideriamo che, contrariamente alle aspettative, questa percentuale non
migliora tra i giovani. ·
i Millennials (31%) guidano una
visione attendista, convinti che ci sia ancora tempo per
affrontare il problema. · tra i giovanissimi della Generazione Z la situazione non è migliore.
Il 27%, esattamente in linea con la media delle altre generazioni, ritiene
ancora possibile agire con calma. · i Baby Boomers mostrano una sensibilità lievemente
maggiore al cambiamento climatico, con il 77% che dichiara il problema non
più procrastinabile. Rapporto con
la tecnologia: gli ambientalisti i più spaventati, ma non tra i più giovani Coloro i quali hanno visioni ambientaliste più radicate tendono ad essere
più diffidenti e spaventati nei confronti della tecnologia. Esiste però una marcata differenza se si analizza il dato da una
prospettiva generazionale: nelle generazioni più giovani (Generazione Z e
Millennials) chi esprime maggiore vicinanza a posizioni ambientaliste tende anche
ad essere più digitalizzato. Al contrario, nelle generazioni più mature (Generazione
X e Baby Boomers), l’ambientalismo spesso si accompagna ad una forte diffidenza
verso le soluzioni digitali. App
ambientali: quanto le usiamo davvero? Le tecnologie
digitali possono aiutare a vivere in modo più sostenibile e rispettoso del
pianeta, soprattutto nella gestione dei rifiuti e nel monitoraggio della
qualità dell’ambiente. Ma quanto sono davvero conosciute e usate queste app? I
dati raccontano un’Italia ancora poco digitale su questo fronte, anche se con
qualche segnale positivo tra i più giovani. App per l’assistenza nella raccolta differenziata (ad esempio con indicazioni su come differenziare): solo
il 17% degli italiani usa app per la raccolta differenziata (6%
regolarmente, 11% saltuariamente), mentre l’83% non le utilizza.
L’adozione cresce tra le generazioni più giovani: la Gen Z è la più attiva
(25%), seguita da Gen X (18%), Baby Boomer (12%) e Millennial (9%). Tra i
Boomer, il 59% non conosce queste app, ma quando le scopre, circa la metà
inizia a usarle almeno saltuariamente. Il vero ostacolo, quindi, non è la
mancanza di interesse, ma la scarsa informazione e le competenze digitali
insufficienti. App per la prenotazione del ritiro di rifiuti ingombranti: queste app non sono ancora molto
diffuse. Il 79% degli italiani, infatti, non le utilizza, e solo il 7% lo fa
regolarmente. I giovani della Gen Z sono i più attivi nell’uso saltuario
(19%), ma usano queste app in modo continuativo solo nel 5% dei casi, una
percentuale molto bassa, superata solo dai Baby Boomer. Le persone tra i 40 e i
50 anni mostrano un approccio più pratico: l’8% le usa con costanza,
soprattutto quando il servizio è utile e immediato (come il ritiro gratuito a
domicilio), dimostrando una maggiore tolleranza verso i diversi passaggi
burocratici. App per prenotare l’accesso all’isola ecologica: non è utilizzata dall’86% degli
italiani, mentre a servirsene regolarmente è
solo il 5% dei nostri connazionali. La conoscenza di queste app è
particolarmente bassa tra gli over 60, con il 54% dei Baby Boomer che dichiara
di non conoscerle, rispetto al 37% dei Millennials, al 38% della Gen X e al 30%
della Gen Z. Tra i più giovani, l’interesse è maggiore: il 17% le usa
occasionalmente, ma solo il 7% le utilizza come routine quotidiana. Tra i Baby
Boomer, invece, solo il 2% ne fa un uso abituale, il valore più basso tra tutte
le generazioni considerate, mentre Gen Z e Millennials si attestano al 5% e la
Gen X al 7%. App che controllano la qualità dell’acqua: sono utilizzate regolarmente solo dal 2% della popolazione e raramente
dell’8% degli intervistati. I Baby Boomer
sono i meno informati, con il 63% che non conosce queste app, seguiti dalla Gen
X (48%), Millennials (41%) e Gen Z (37%). Tra i giovani sotto i 28 anni, il 75%
sa che esistono, ma solo il 4% le usa regolarmente. Tra gli over 60, il 63% non
le conosce e solo l’1% le utilizza con continuità. Inoltre, il 14% dei più
giovani conosce l’app ma non la può usare perché non è disponibile nella
propria zona, segnalando una carenza di soluzioni locali e una comunicazione
frammentata. App che controllano la qualità dell’aria: sono utilizzate regolarmente solo dal 3% della popolazione e raramente
dell’9% degli intervistati. Tra i Baby Boomer, il 59% non le conosce, il
doppio rispetto al 30% della Gen Z. Quando la preoccupazione per l’ambiente è
più alta, aumenta l’uso occasionale delle app (15% Gen Z, 10% Millennials), ma
l’uso quotidiano resta basso (6% Gen Z, 3% Millennials). Tra gli over 60, il
59% non ne ha mai sentito parlare e solo il 3% le usa regolarmente. L’interesse
per l’ambiente cresce dopo i 30 anni, ma non si traduce in un maggiore uso
delle app, probabilmente a causa di problemi come la difficoltà d’uso e
l’offerta digitale frammentata. Generazioni e ambiente fra tecnologia, valori e comportamenti concreti La ricerca
dell’Osservatorio evidenzia come i più giovani, come la Generazione Z, riescano
a trasformare in modo coerente i valori ambientali in azioni concrete. Al
contrario, nelle generazioni più adulte, come i Baby Boomer, si rileva una
distanza tra ciò che si considera importante e ciò che si fa realmente nella
vita di tutti i giorni. In questo
contesto, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Per i più giovani
rappresenta un alleato naturale per la sostenibilità, mentre per le generazioni
più mature, resta spesso una risorsa difficile da utilizzare. Di seguito,
vengono descritti i diversi atteggiamenti delle quattro generazioni riguardo ai
temi ambientali e all’uso degli strumenti digitali per affrontarli: GenZ: Per la Generazione Z il cambiamento
climatico è un problema molto serio, da affrontare subito. Sentono una
responsabilità personale e cercano di vivere in modo sostenibile ogni giorno.
Usano la tecnologia per informarsi, studiare e fare scelte più ecologiche. App
e strumenti digitali li aiutano a ridurre il loro impatto sull’ambiente. Per
loro, la tecnologia è un aiuto importante per costruire un futuro migliore. Millennial: I Millennial sanno che il cambiamento
climatico è un problema serio e urgente, ma fanno fatica a trasformare questa
consapevolezza in azioni quotidiane. Vedono la sostenibilità come un valore
importante, ma ancora un po’ lontano dalla loro vita di tutti i giorni. Usano
spesso la tecnologia, ma più per comodità che per motivi ambientali. Cominciano
però a capire che il digitale può aiutarli a vivere in modo più sostenibile.
App e strumenti per ridurre sprechi e consumi sono usati, ma non sempre con
costanza. GenX: La Generazione X sa che il cambiamento
climatico è un problema serio, ma questa consapevolezza non si riflette sempre
nelle scelte di tutti i giorni. Usano la tecnologia soprattutto per
semplificare la vita, non tanto per motivi ambientali. Anche se riconoscono che
il digitale potrebbe aiutare l’ambiente, non lo usano attivamente in questo
senso. Le app per la sostenibilità sono poco conosciute o poco utilizzate. Per
ora, danno più importanza alla praticità che all’impatto a lungo termine. Baby Boomer: i Baby Boomer riconoscono che il
cambiamento climatico è un problema reale, ma spesso non lo considerano una
priorità rispetto ad altri temi. Usano la tecnologia con cautela e solo per
bisogni essenziali, come comunicare o informarsi. L’uso di strumenti digitali
per la sostenibilità è molto limitato, anche perché li trovano poco accessibili
o troppo complicati. Capiscono che il digitale potrebbe aiutare, ma non si
sentono abbastanza sicuri per usarlo. Se le tecnologie fossero più semplici e
adatte a loro, sarebbero più motivati a contribuire in modo attivo alla tutela
dell’ambiente. Metodologia utilizzata: la rilevazione dei dati è stata effettuata dall’Istituto Piepoli, che a marzo 2025 ha raccolto 1804 interviste con modalità CATI/CAMI su un
campione rappresentativo di cittadini italiani e suddivisi in 4 cluster:
Generazione Z (18-28 anni), Millennial (29-44 anni), Generazione X (45-60 anni)
e Baby Boomer (61-75 anni). L’elenco dei Partner e delle Università che attualmente fanno parte della
Fondazione può essere consultato al seguente link Per ulteriori
informazioni o approfondimenti, visitare il sito: www.sostenibilitadigitale.it Digital Sustainability IndexTM (DiSI): è un indice che misura il livello di consapevolezza
dell’utente nell’uso delle tecnologie digitali quali strumenti di
sostenibilità. Serve cioè per misurare le correlazioni tra tre elementi
dell’individuo: il livello di digitalizzazione, inteso come rapporto tra la
propria competenza percepita e quella desumibile da fattori oggettivi; il
livello di sostenibilità, inteso come il rapporto tra consapevolezza sul tema
nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale ed i conseguenti
atteggiamenti e comportamenti; il livello di sostenibilità digitale, inteso
come la propensione dell’individuo ad utilizzare consapevolmente le tecnologie
digitali come strumenti a supporto della sostenibilità. Nella
costruzione dell’indice si sono considerati quattro profili di popolazione
caratterizzati da specifiche attitudini verso il digitale e verso la
sostenibilità, che danno luogo a quattro quadranti: ·
Sostenibili digitali: ossia coloro i
quali hanno atteggiamento e comportamenti orientati alla sostenibilità ed usano
gli strumenti digitali; ·
Sostenibili analogici: ossia coloro i
quali hanno atteggiamento e comportamenti orientati alla sostenibilità ma non
usano gli strumenti digitali; ·
Insostenibili digitali: ossia coloro i
quali hanno atteggiamento e comportamenti non orientati alla sostenibilità, ma
usano strumento digitali; ·
Insostenibili analogici: ossia coloro i
quali hanno atteggiamento e comportamenti non orientati alla sostenibilità, né
usano strumento digitali. Digital Sustainability IndexTM (DiSI) è un marchio registrato della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Informazioni su Fondazione per la Sostenibilità Digitale: La Fondazione per la Sostenibilità Digitale è la più
importante Fondazione di Ricerca in Italia che analizza le correlazioni tra
trasformazione digitale e sostenibilità con l’obiettivo di supportare
istituzioni e imprese nella costruzione di un futuro migliore. La sua mission è
quella di studiare le dinamiche indotte dalla trasformazione digitale, con
particolare riferimento agli impatti sulla sostenibilità ambientale, culturale,
sociale ed economica. In quest’ottica la Fondazione sviluppa attività di
ricerca, fornisce letture ed interpretazioni della trasformazione digitale,
offre indicazioni operative per gli attori coinvolti, intercetta i trend del
cambiamento e ne analizza gli impatti rispetto allo sviluppo sostenibile. La
Fondazione agisce attraverso una struttura costituita da esperti indipendenti,
istituzioni, imprese e università. Ai soci e
partner della Fondazione si affianca la Rete delle Università che costituisce
il sistema di competenze al quale fa riferimento la Fondazione per lo sviluppo
dei suoi progetti e che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra
istituzioni ed aziende nello sviluppo di progetti e di attività dedicati alla
sostenibilità digitale. Tra le Università che fanno parte della Rete, l’Università Sapienza di Roma, l’Università di Pavia, l’Università Ca’
Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli
Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi
di Trieste, l’Università di Perugia, L’Università per Stranieri di Perugia,
l’Università di Siena, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo,
l’Università degli Studi di Torino, l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”,
l’Università degli Studi di Sassari, l’Università di Padova VSIX, l’Università
del Salento, l’Università degli Studi della Tuscia, l’Alma Mater Studiorum di
Bologna |