Il progetto di
ricerca EUROCARE-6, condotto in 27 paesi europei con il contributo della
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Istituto
Superiore di Sanità, ha evidenziato come la spesa sanitaria nazionale sia
associata alla sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore ematologico. I
risultati sono stati pubblicati su Lancet Oncology ed European Journal of
Cancer Milano, 12 maggio 2025 - Una ricerca europea, condotta nell’ambito del progetto EUROCARE-6
(European cancer registry based study on survival and care of cancer patients),
che ha coinvolto 27 paesi europei e oltre un milione e 150 mila pazienti
affetti da patologie onco-ematologiche, ha rivelato l’esistenza di un legame
significativo tra l’entità della spesa sanitaria nazionale e la sopravvivenza
dei pazienti affetti da tumore ematologico. Lo studio, che ha visto la
collaborazione della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
(INT) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), fornisce un’analisi
approfondita della sopravvivenza a lungo termine per i tumori ematologici, come
linfomi, leucemie e mielomi. I risultati di questa ricerca sono stati
recentemente pubblicati sulle prestigiose riviste scientifiche Lancet Oncology Journal of Cancer. URGE MAGGIOR IMPEGNO PER INCREMENTARE I
FONDI L’analisi ha evidenziato come nei paesi
in grado di destinare elevate risorse alla sanità, la probabilità di
sopravvivenza per i pazienti affetti da tumore ematologico sia
significativamente superiore rispetto ai paesi con minore spesa sanitaria
nazionale. In particolare, i paesi dell’Est Europa,
che investono meno in sanità, presentano per il linfoma non-Hodgkin una
sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi quasi dimezzata rispetto ai paesi che
investono di più, 33% contro 62% (Danimarca, Norvegia e Svizzera). Questo
pattern è evidente per il linfoma diffuso a grandi cellule B (34% vs 58%), il
linfoma mantellare (21% vs 61%), il linfoma follicolare (40% vs 81%), la
leucemia mieloide acuta (6% vs 21%) e la leucemia mieloide cronica (31% vs
65%). In Italia, la sopravvivenza per tumore ematologico è in linea o di poco
superiore alla media europea: dopo 10 anni dalla diagnosi sopravvive il 58% dei
pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, contro una media del 55% in Europa, e
il 52% dei pazienti con leucemia mieloide cronica, sia in Italia che in Europa. Claudia Vener, medico, ricercatrice presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano e coordinatrice dello studio, ha commentato: “Il nostro
studio dimostra inequivocabilmente che gli investimenti in sanità, soprattutto
in ricerca ed innovazione terapeutica, hanno un impatto diretto sulla
sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore ematologico. Per alcune patologie,
come la leucemia mieloide acuta, la sopravvivenza a 10 anni è ancora troppo
bassa, evidenziando l’urgenza di un maggiore impegno nell’incrementare i fondi
per la ricerca e per le cure innovative”. Silvia Rossi, ricercatrice presso l’Istituto Superiore di Sanità e coautrice dello
studio, ha dichiarato: “Le grandi differenze di sopravvivenza riscontrate
tra i paesi europei sono molto probabilmente legate ad un diverso grado di
accesso alle cure e ad una diversa disponibilità ed utilizzo di trattamenti
efficaci. L’Italia, anche se allineata alla media europea, non raggiunge i
livelli di sopravvivenza ottenuti dai paesi con maggiori investimenti. È quindi
necessario aumentare i finanziamenti in sanità affinché migliorino
ulteriormente le possibilità di cura per i pazienti onco-ematologici.” GARANTIRE UN FUTURO A MILIONI DI
PAZIENTI Il progetto ha beneficiato di importanti
fondi europei, inclusi quelli derivanti dalla Joint Action iPAAC (Innovative
Partnership for Action Against Cancer). I risultati di questo studio
sottolineano l’importanza di proseguire con il sostegno alla ricerca
scientifica per migliorare la qualità e le aspettative di vita dei pazienti
affetti da tumore ematologico. “Investire in sanità significa garantire un
futuro migliore per milioni di pazienti”, ha concluso la dottoressa Vener. |