Testosterone, molto più di un “ormone
maschile”: quello che ogni uomo dovrebbe sapere a tavola Cala dell’1% ogni
anno dopo i 35 anni e influenza energia, concentrazione, umore e metabolismo.
Il nutrizionista Paolo Bianchini spiega come riconoscerne i segnali e come
mantenerlo in equilibrio, anche grazie all’alimentazione, allo stile di vita e
al corretto allenamento muscolare Milano, 9 dicembre 2025 – È uno di quegli ormoni che tutti credono di conoscere, perché associato
senza sfumature alla forza e alla virilità. In realtà il testosterone è molto
di più. E’ un regolatore silenzioso che influenza il ritmo con cui viviamo la
giornata, il modo in cui pensiamo, la prontezza con cui reagiamo alle sfide
quotidiane e persino il nostro stato d’animo. Eppure pochi sanno che, dopo i 35 anni, questo ormone inizia a diminuire
naturalmente di circa l’1% l’anno, con piccoli segnali che spesso attribuiamo
alla stanchezza, allo stress o semplicemente “all’età”. “Il testosterone non è l’ormone della
mascolinità, ma della vitalità. Parla con cervello, muscoli, metabolismo e
umore. Quando cala – spiega Paolo Bianchini, nutrizionista di Salò e
autore del Metodo Bianchini – non si abbassa solo la libido, si abbassa la motivazione, la
concentrazione e l’energia. Riconoscerne i segnali è fondamentale, perché molto
si può fare per mantenerlo in equilibrio in modo naturale, partendo da quello
che mangiamo”. CHE COS’È IL TESTOSTERONE E COME
FUNZIONA DAVVERO Il testosterone, spesso chiamato semplicemente “T”, appartiene alla
famiglia degli androgeni. Negli uomini viene prodotto in gran parte dai
testicoli, grazie a un sistema di controllo molto preciso che parte dal
cervello, dall’ipotalamo e dall’ipofisi, veri “registi” dell’equilibrio
ormonale. Ha anche un suo ritmo quotidiano, in cui al mattino raggiunge il picco, poi
scende gradualmente nel corso della giornata. E un ritmo nella vita: è alto in
gioventù e comincia a scendere progressivamente dopo i 30–35 anni. NON SOLO VIRILITÀ: LE FUNZIONI NASCOSTE
CHE POCHI CONOSCONO Quello che sorprende di più è che il testosterone non “riguarda” solo i
muscoli. “Il testosterone sostiene l’umore, la
lucidità e la memoria. Contribuisce alla salute delle ossa, partecipa al
metabolismo degli zuccheri e dei grassi – precisa Bianchini – e supporta la vitalità quotidiana. È un
alleato del corpo, ma anche del cervello. In altre parole, è molto più vicino
all’idea di energia che a quella di mera forza fisica”. I CIBI PRO-T CHE AIUTANO IL CORPO A
PRODURRE TESTOSTERONE “Il testosterone non si trova nei cibi,
ma i cibi possono aiutare il corpo a produrlo – sottolinea Bianchini – ed è qui che entra in gioco la biochimica.
Il corpo costruisce testosterone a partire dal colesterolo e grazie a minerali
chiave come zinco e magnesio. Questo spiega perché alcuni alimenti funzionano
davvero. Ecco alcuni esempi ·
Ostriche e frutti di mare = ricchissimi di zinco, fondamentale per la sintesi dell’ormone ·
Carne, uova e burro chiarificato = forniscono proteine e colesterolo “buono”, da cui l’organismo costruisce
gli ormoni sessuali ·
Avocado, noci e olio d’oliva = ricchi di grassi insaturi che mantengono attiva la produzione ormonale ·
Verdure a foglia verde = grazie al magnesio aiutano il testosterone a circolare meglio ·
Pesce azzurro e uova = fonte di vitamina D, un vero interruttore biochimico che sostiene la
produzione ormonale CONTROLLA ATTIVITA’ FISICA, SONNO,
GESTIONE STRESS E PESO CORPOREO La buona notizia è che molto si può fare senza ricorrere a scorciatoie. Il
corpo risponde bene ai segnali giusti. “L’attività fisica, soprattutto quella
con pesi, dà una ‘spinta’ naturale al testosterone. L’allenamento ad alta
intensità, soprattutto quando coinvolge i grandi gruppi muscolari degli arti
inferiori, è uno degli stimoli più efficaci per aumentare la produzione
endogena di testosterone. Esercizi come squat, leg press, stacchi e leg
extension – eseguiti con carichi adeguati e tempi di recupero controllati –
generano una risposta metabolica e ormonale significativa, attivando l’asse
ipotalamo, ipofisi e gonadi. Questo aumento acuto dell’ormone favorisce la
sintesi proteica, l’ipertrofia muscolare e un miglioramento complessivo della
performance. Dormire bene è altrettanto importante perché – continua Bianchini – l’ormone viene prodotto soprattutto durante
il sonno profondo. E poi c’è la gestione dello stress, perché il cortisolo, se
è alto, frena la produzione di testosterone. Anche il peso conta perché il
sovrappeso riduce l’attività ormonale e rende tutto più difficile.
Alimentazione e stile di vita, in questo, giocano un ruolo decisivo”. I SEGNALI DA NON IGNORARE (ANCHE QUANDO
SONO SOTTILI) I segnali di un testosterone basso raramente arrivano in modo eclatante.
Più spesso si presentano con un sottofondo costante, come una stanchezza che
non ti somiglia, una motivazione che cala senza motivo, una concentrazione più
fragile, una memoria meno brillante, un grasso addominale che si fa più testardo.
Se a tutto questo si aggiungono un calo del desiderio e qualche difficoltà
nella funzione erettile, allora vale la pena parlarne con il proprio medico.
Spesso basta un esame del sangue per chiarire il quadro. QUANDO IL TESTOSTERONE DIVENTA TROPPO (E
PERCHÉ NON È UNA BUONA IDEA) Come spesso accade, troppo non significa meglio. “Un eccesso di testosterone –
soprattutto se derivato da integratori o steroidi anabolizzanti – può creare
squilibri seri. L’equilibrio è tutto. Troppo testosterone – conclude Bianchini – può aumentare aggressività e irritabilità,
favorire acne e perdita dei capelli, affaticare fegato e cuore e ridurre
perfino la fertilità. L’obiettivo deve essere sempre la fisiologia, non
l’esagerazione.” Roma, 24 novembre 2025 |